26 dicembre 2006

Gioia e dolore.. verso un nuovo anno

Mancano 4 giorni al 2007 e, come spesso capita, si fanno i "conti" dell'anno. Cosa è accaduto dal 1° gennaio 2006, i cambiamenti, le sorprese, le conquiste, nuove amicizie, la famiglia, gli affetti, il lavoro...l'amore. Poi pensi invece a tutto quello che ti ha ferito, che non hai digerito, che ancora oggi ti fa "arrabbiare".
A volte ci si scorda di certi avvenimenti per poi ripensarci anni dopo. A volte alcuni eventi non ti abbandonano mai e te li porti dietro giorno dopo giorno. Questi di cui sto parlando non sono ricordi felici. Spesso bruciano ancora, fanno ancora star male come se fossero accaduti ieri.
Eppure grazie a loro sono cresciuta, sono diventata più forte e apprezzo molto di più i momenti di gioia. Una frase "fatta" è <>. Io la vorrei aggiustare così: Non si APPREZZA la gioia senza aver provato il VERO dolore. Qual'è il vero dolore? A ciascuno il suo. I sentimenti, le emozioni sono così personali che non mi permetto di fare qui una classificazione. Se a Voi interessa esistono molti libri di studosi che parlano di come nascono le emozioni, come maturano e come controllare.
Io non sono una studiosa di questo campo ma l'essere umano mi ha sempre interessato, soprattutto per quanto riguarda le interazioni e le emozioni che si scambiano in un rapporto.
Sono solo miei pensieri o supposizioni che devono essere prese con il giusto peso.
Ciascuno di noi nasce in un determinato ambiente costituito dalla famiglia (coloro che si occuperanno del bambino, di dargli affetto ed istruzione), dalla società (amici, parenti, conoscenti, etc.), dalla cultura (istruzione, religione, tabù, tradizioni, etc...) e dall'ambiente naturale (campagna, montagna, mare,etc.). Tutti e quattro interagiscono tra di loro e formano il bambino caratterialmente e fisicamente. Anche le emozioni vengono formate allo stesso modo.
Nessuno di noi prova le stesse sensazioni ed emozioni. Nessuno di noi le esprime allo stesso modo. E questo perchè abbiamo un passato che può essere simile a quello di un altro ma non identico. Allo stesso tempo abbiamo reazioni diverse a situazioni diverse.
Io credo fortemente nell'UNICITA' dell'uomo. Ciascuno di noi è unico, è speciale. E' una persona che non si può sostituire. Il dolore e la gioia ci hanno formato come il vento con le montagne: il vento può essere una brezza calda, un leggero venticello di primavera, ma anche anticipare una tempesta o addirittura un uragano; così le montagne, una accanto alle altre, vengono tutte colpite, ma ognuna sviluppa una propria forma. E più il vento è forte più gli strati di argilla, di terra sabbiosa vengono spazzati via, per lasciar posto alla roccia più resistente.
Personalmente ho accetatto di non pormi condizione alcuna nel voler esprimere le mie emozioni.
Le vivo, intesamente, senza limiti. Col rischio di soffrire più degli altri perchè sono più scoperta. Ma nulla può essere paragonato ai momenti di gioia pura, di vera felicità da cui mi lascio trasportare.
Conosco persone invece che si sono auto-censurate nell'esprimere i propri sentimenti. Che rifiutano di far trapelare le emozioni. E' questa, secondo me, la più grande sconfitta dell'uomo: non voler esserlo. L'uomo vive, gioisce, soffre, spera, pensa, crea. Se anche una di questi grandi doni viene soffocato, l'uomo è solo un pò uomo o un non-del-tutto-uomo.
Chiedete a un bambino di non ridere, di non piangere, di non sorridere o fare una smorfia. Sapete di certo che lui la farà perchè è nell'istinto dell'uomo provare ed esprimere le emozioni.
La sincerità che si legge negli occhi di un bambino è affascinante, ipnotizzante. Il bambino chiede quando ha bisogno, non per capriccio (parlo dei neonati). E ringrazia con un sorrisetto sdentato o afferandoti il dito.
Dovremo imparare da loro ad essere delle persone vere e sincere e capaci di esprimere i nostri sentimenti, invece di soffocarli per qualche assurda decisione.
Un buon Anno Nuovo a tutti. Che il 2007 Vi porti felicità di cui voi possiate goderne appieno.

18 dicembre 2006

El stage más lindo del mundo

Estaba en Italia sin entender muy bien porque. Fue un viaje que se decidió de una semana para la otra. Tenía que ir a una productora a hacer un “stage”, cosa que en argentina no existe, eso tampoco me decía mucho.
Un día conocí a Stefano, el dueño de la “azienda”. Me mostró el departamento que ocupaban en ese momento. Luego mientras, el editaba un casamiento, tuve que ver dos cortometrajes sobre colonoscopias. Me fui confundido. Stefano me contó que con él trabajaban dos personas. Gas y Silvia.
Al dia siguiente tenia llegar a la 11 de la mañana. Hacia años que yo no trabajaba de lunes a viernes. Y la idea de hacerlo no me entusiasmaba. Me desperté en un país que todavía me era hostil de tan extraño. Llovía muchísimo. Tenia mapas impresos de que autobús debía tomar. Mapas de donde debía tomar el autobús y mapas de donde estaba. Al llegar a la parada un cartel anunciaba un “sciopero”. Yo no sabia el numero de teléfono de nadie. Así que me fui caminando bajo la lluvia hasta Borgo Panigale. Debo haber llegado tarde. No tengo idea de cuanto. Al llegar conocí a Gas.
A los tumbos nos comunicamos. Mi italiano era bastante cavernícola. Me sentí tranquilo porque Gas también se había mojado con la lluvia. El fue en bicicleta.
Largas tardes pasamos desde entonces sentados delante de computadoras. Y largas horas el sufrió mis interrogatorios acerca de política, historia italiana, lengua italiana, comida, transporte e ideología. Y cada respuesta de él fue perfecta.
Una semana después la oficina se mudo a otro lugar. Volví a los mapas. Llegue tarde, no me acuerdo cuanto. Y conocí a Silvia. Punto y aparte.
Pocas veces había visto yo a una mujer con tanta gracia. Y creo que nunca había visto una mujer que quede tan linda al lado mió.
Las mujeres mas hermosas me intimidan. Me dejan sin palabras. Tal vez las confundo con ángeles, no lo se. Imagínense como me sentí cuando vi a alguien tan linda que parecía salida de una película italiana.
Sueño con crear imágenes. Y para eso es necesario ver imágenes. Soy en primer lugar un admirador. Del arte, de la naturaleza, de los colores, de la belleza.
Y pasaron los días. Poco pude hacer para resistir mi tardía torpeza de adolescente, así que poco contacto humano se genero. Por otro lado si sentí buena onda. El tipo de energia buena que fluye entre dos personas. Pasa, todo el tiempo. Solo es cuestión de ser sensible.
Pasaron los días y algunos sueños. Un “amoroso” se llevo las palabras que había aprendido para invitarla a salir. Aunque una novia en argentina me hacia olvidarlas.
Me fui a terminar mi “stage” a otro lugar. Aun no había entendido en que consistía, pero la estaba pasando bien.
Mi ultimo día en la azienda me despedí con la promesa de volver antes de volver.
Los siguientes días edite un documental sobre mujeres inmigrantes. Y pasó algo.
Comencé a hablar a través de un mensajero de computadora con Silvia. Y al no distraerme con su brillo pude comunicarme con ella. Conversamos durantes largos renders. Me abrió la puerta de su mundo. Un mundo con princesas y príncipes. Magos. Mariposas y sol.
Antes de volver a la Argentina. Volví a devolverle un celular a Stefano. cuando él no estaba. Hable con Silvia un rato. Pero otra vez estaba perdido en ella. Mirándola como se mira a alguien para recordarlo.
En la puerta nos dimos un beso y un abrazo extraño. Y me fui. La recuerdo parada junto a la puerta.
Todavía no se que es hacer un stage. Pero si alguien me pregunta, le digo que es conocer a un montón de gente hermosa.
Desde argentina seguí hablando con ella. Es difícil no poder encuadrar o conceptualizar las relaciones. Pero es cuando son mas lindas. Silvia es ahora una persona a quien quiero mucho. Admiro, y disfruto compartir cosas.
En un tiempo voy a volver a Bologna a estudiar. Tal vez podamos ir a ver una película.

10 dicembre 2006

Permettetemi una parola

Inserendo i due video qui a seguire volevo esprimere un pensiero, o meglio una sensazione che ho provato ieri pomeriggio al Lido, mentre guardavo la chiusa del fiume Reno. Posto incantevole. Soprattutto in questa stagione.
La sensazione che ho provato è stata un misto tra la malinconia che viene quando pensi al passato e ti chiedi "Se fosse andata diversamente?...ormai è tardi", l'entusiasmo delle conquiste di oggi, il timore del futuro e la gioia del presente. Un mix forse insolito, ma che mi ha portato a chiedermi "E se tutto ciò finisse, domani?". Domanda impegnativa, ma visti i tempi che corrono, lecita direi.
Ho sempre cercato di non portarmi dietro situazioni di rancore, di avere un atteggiamento positivo verso la realtà e il prossimo, proprio per non pentirmi, nell'ultimo minuto della mia vita di pensare "Mi dispiace che sia andata così, mi dispiace di averti ferito." Non voglio avere debiti con nessuno, non voglio lasciare che qualcuno possa pensar male di me. Certo, a volte questo non dipende dalla mia volontà. Magari alcuni pensano male di me. Prima che sia troppo tardi chiedo a queste persone scusa per tutto quello che posso aver fatto per averle portate a pensare in modo negativo della mia persona.
Può sembrare un pensiero un pò eccessivo e buonista. Chiedere scusa a tutti. Ma chi riesce a capire e a seguirlo sarà d'accordo con me.
La realtà che ci neghiamo è che ci stiamo autodistruggendo. Smog, inquinamento delle acque, del terreno, riscaldamento dell'atmosfera, etc etc... lo sappiamo tutti.
Ma cosa stiamo facendo realmente? Ne stiamo parlando. E il tempo passa.
In più continuiamo a costruire armi di distruzione per proteggerci gli uni dagli altri!!! Ci stiamo ghettizzando in macroaree. Ci stiamo dividendo. Forse ci uniremo quando andrà troppo male e tutti staremo rischiando la pelle.
Ma non sta a me parlare di temi socio-politici-economici. Ci sono abbastanza pazzi che ne discutono e firmano protocolli inutili.
La mia è solo una voce in più che si scaglia contro chi parla senza fare, chi guadagna un salario che deriva da promesse che non rispetterà, contro chi fa soldi prendendo ciò che non è suo, la natura. Ma sono un "uno su mille"...

E a me non resta che riempirmi gli occhi di verde, di acqua, di legno, del vento dell'autunno. Nella speranza che anche i miei figli potranno un giorno vederli.

Se un uomo non ha scoperto nulla per cui vorrebbe morire, non è adatto a vivere.

La parola alla musica

Alla fine del tempo nostro...

01 dicembre 2006

Inizio del discorsco - parte 1

Ho promesso a Martin che avrei scritto di tre cose sul blog. Per ora le segno e quando avrò il tempo cercherò di scrivere in merito:
1 – le emozioni: da dove hanno origine e come si possono esprimere
2 – la contemporaneità e la simultaneità, ovvero quanto sia strano scrivere e pensare allo stesso tempo con 5 ore di differenza
3 – i miei sogni (vedi l’isola nella foto, una casa giallo/rossa e i fiori sempre freschi all’ingresso e un bar…)
Premetto che la prossima settimana non ci sarò sul blog perché sarò fuori sede e il pc lo vedrò giovedì sera, ma ciò non togli che Martin potrà scrivere… vero?
In Italia il freddo comincia a farsi sentire, soprattutto alla mattina e alla sera. Certo, è la sua stagione, ma rinuncerei volentieri a le basse temperature – che per me significa sotto i 22 gradi. Sono una specie di lucertola che ama stare al sole a scaldarsi le ossa e gironzolare per la natura, senza farsi notare. Sento la necessità di staccare e di purificarmi dalla tecnologia, dal grigio della città e dall’ambiente di lavoro. Dopo più di quattro mesi filati che lavoro (con davvero poche pause e i week-end sono relativamente di riposo) ho bisogno di andare in un posto isolato, dove è il verde, il legno e l’acqua a dominare. Dove posso ricaricarmi. Ormai nemmeno le mie solite passeggiate al parco mi rigenerano.
Strano ma sarò anche condizionata dal mio nome – quello vero che significa “colei che abita i boschi”. A proposito dei miei sogni. Se dovessi continuare questa attività (lavorativa) vorrei un giorno poter acquistare una casa in montagna, quelle costruite tutte in legno e con i balconi pieni di gerani colorati. Adoro la montagna, l’aria leggera e frizzante che c’è tutto l’anno. Adoro far delle passeggiate e per me è il massimo magiare il panino con il formaggio dopo aver scalato una vetta….
Ma se dovessi cambiare totalmente vita (cosa a cui sto pensando da tempo) me ne andrei in un posto caldo, di mare, ad abitare in una casa dai colori vivaci e arredata con mobili in legno verniciati. Poi mi aprirei una attività mia o andrei a lavorare in un locale pubblico. La foto dell’isola che vedete qui sotto è una proposta di Martin. Un luogo magnifico. E la cosa più romantica sono i fiori freschi tutti i giorni davanti all’ingresso o sopra al tavolo.
Chissà… sognare non fa mai male. Sperare nemmeno.
E spero sempre che riuscirò nei miei intenti, senza deludere o far soffrire nessuno.
Il fallimento è sempre difficile da accettare. Sia in campo lavorativo che affettivo. Quanta paura nel deludere le aspettative dei genitori, degli amici, del proprio amore. A volte ci vengono imposti degli obiettivi che noi non ci prefiggiamo, come sposarsi, avere dei figli, trovare una sistemazione nel lavoro o una casa. Perché ci vengono chiesti. Perché tutti lo fanno?! Perché così è la vita?! E chi l’ha deciso? Pensiamo, per estremizzare la cosa, al fatto che mangiamo tre volte al giorno. E’ un’abitudine che risale ai romani, ma il nostro corpo non necessariamente deve seguire questo tipo di divisione del nutrimento. Ma avete mai provato a mangiare fuori pasto??? E sentirvi dire “Ecco, te l’avevo detto di non mangiare prima che poi adesso non hai fame!!!”. Ma scusate se mangio è perché ho fame adesso, non dopo.
E avete provato a dire “Vado a vivere da sola, senza uomini intorno e magari, in un futuro, vorrei avere un figlio, ma non per forza un marito”. Fuoco e fulmini!
Perché dovrei fare quello che tutti fanno?
Perché dovrei costruirmi un tipo di vita che non sento mia. E che mi mette a volte una gran tristezza. A forza di vedere il mio collega che monta matrimoni e le facce degli invitati ho deciso che eviterò di sottoporre gli altri a questo evento. Cioè, se mi sposerò, lo farò all’aria aperta, io e lui, con i testimoni e i parenti strettissimi. Buffet e poi via in luna di miele.
Per prima cosa devo trovare chi sposare e chi vorrà sposarmi. Che non è facile come sembra. Soprattutto oggi dove gli uomini (UOMINI!!) scarseggiano. Scarseggia soprattutto chi riesce a condividere o a capire il mio punto di vista sulla vita – non parlo di te Martin, che mi capisci molto bene. E non perché io sia particolarmente difficile da capire, credo. E’ solo che la gente, in generale, non pensa più a quello che la circonda. Prende le cose così come sono. Senza chiedersi se sia giusto, il perché, il come e… E cosa ne viene fuori. Una quantità indescrivibile di ignoranti…Tanto più tra i giovani delle generazione dopo l’80. Disinteresse. Mancanza di dialogo e di confronto. Forse è questo uno dei grandi mali della nostra società. Forse la tv ci ha abituati a ricevere informazioni e a non poter rispondere o contestare. E la mancanza di tempo ha fatto il resto.
Buona vita a tutti. Auguro il massimo della felicità. A chi mi legge e a chi no.
A presto.